Recensione originariamente pubblicata su Medioevo n. 295 – Agosto 2021
Recensione del libro
Arsenio Frugoni
Storia della pittura d’Italia
Introduzione di Chiara Frugoni, a cura di Saverio Lomartire.
Morcelliana,
Brescia, 640 pp.,
935 ILL. COL.
48,00 euro
ISBN 978-88-372-3408-9
www.morcelliana.net
Nel 1944, mentre l’Italia attraversava uno dei momenti più bui della sua storia, l’allora ventinovenne Arsenio Frugoni si dedicava con grande impegno alla didattica e allo studio.
Sarebbe divenuto uno dei medievisti più autorevoli del Paese. Frattanto insegnava al liceo di Brescia e coltivava un vivo interesse per la storia dell’arte, tanto da ideare una serie di conferenze sul tema, corredate dalla proiezione di diapositive. Il progetto era molto ambizioso e doveva svolgersi tra difficoltà di ogni genere, non ultima l’impossibilità di documentarsi agevolmente. Frugoni riuscì comunque nel suo intento e, nel 1946, finì di realizzare 31 conferenze sull’arte d’Italia, come egli stesso le definì raggruppandone i testi. Erano suddivise in tre cicli (pittura, scultura, architettura) ed erano destinate alla stampa in fascicoli separati, ma di questa pubblicazione, forse rimasta ferma a una prima impostazione editoriale, non è rimasta traccia. Finché sua figlia Chiara non ha ritrovato tra i cimeli di casa l’intera serie dei fascicoli sotto forma di un piccolo volume di 482 pagine a stampa, numerate a mano dallo stesso autore nel loro complesso. Con la cura dello storico dell’arte Saverio Lomartire, Frugoni ha recuperato questo progetto e ha dato forma definitiva alla prima sezione, con il corredo di tutte le immagini indicate dall’autore come supporto del proprio discorso.
Emerge così un aspetto nuovo e insospettato del grande medievista, non solo aperto a considerare l’opera d’arte come un prezioso documento storico, non solo sensibile al lavoro degli artisti suoi contemporanei, ma proteso a costruire una sintesi personale sull’intero arco della storia dell’arte italiana. Non si tratta di un manuale sintetico, ma di un racconto insieme appassionato e rigoroso, in cui l’analisi va di pari passo con una visione compatta e coerente. Questo permette di abbracciare con pochi concetti pagine ampie e complesse di storia della pittura, senza alcuna concessione ai giudizi affrettati e senza inutili insistenze sui dettagli. I primi due capitoli dedicati al Medioevo sono esemplari per chiarezza e concretezza. Permettono di vedere l’arte del periodo in tutte le sue molteplici sfaccettature, al di là di ogni facile cliché, e aiutano a comprendere le premesse del «miracoloso» Rinascimento.
Furio Cappelli
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