Torna a farsi ammirare, a conclusione di un impegnativo intervento di restauro, il Fonte battesimale del Duomo di Siena. Fatto di marmo, bronzo dorato e rame smaltato, lo straordinario impianto scultoreo realizzato nei primi decenni del Quattrocento da Donatello, Jacopo della Quercia, Ghiberti e Giovanni di Turino sfoggia la potenza espressiva delle sue decorazioni e svela particolari inediti sulle soluzioni scelte dai tre grandi maestri nel corso della lavorazione
Estratto da Medioevo n. 331 – Agosto 2024 – Il Complesso monumentale del Duomo di Siena vanta una concentrazione di tesori eccezionale, che non si limita alla sola, insigne chiesa cattedrale. A pochi passi dal tempio, una delle espressioni più alte del gotico-romanico itaiano, si staglia la mole severa del Battistero, già pieve di S. Giovanni, al centro del quale troneggia lo spettacolare Fonte battesimale, che, grazie al restauro appena ultimato, suscita il medesimo stupore che dovettero provare, nel Quattrocento, i Senesi che per primi lo videro ultimato in tutte le sue forme.
Il Fonte battesimale del Battistero di Siena rappresenta infatti un compendio della scultura rinascimentale con opere straordinarie dei tre maggiori scultori toscani dei primi decenni del XV secolo: Lorenzo Ghiberti, Donatello e Jacopo della Quercia. La sua struttura si innalza sopra due gradini che ripropongono la forma esagonale dell’ampia vasca in marmo, larga più di 2 m. Questa è scandita, agli angoli, da edicole trilobate che ospitano sei statuette di Virtù, realizzate in bronzo come le formelle con le storie della vita di san Giovanni Battista su ciascun lato.
Profeti e spiritelli
Nella parte interna, la vasca consta di un grande bacino monolitico, al centro del quale sorge un fascio di colonnette su cui poggia il monumentale tabernacolo, destinato probabilmente a custodire sia il crisma utilizzato per il rito del battesimo, sia il pane eucaristico. Esso ha l’aspetto di un tempietto classicheggiante coperto da una cupola a spicchi ed è ornato da cinque Profeti entro nicchie. Il sesto lato è chiuso da uno sportello bronzeo dorato raffigurante la Madonna col Bambino, opera dell’orafo e scultore senese Giovanni di Turino (1434). Al di sopra della trabeazione erano posti in origine sei Spiritelli di bronzo a tutto tondo, di cui oggi ne restano in situ solo quattro, due di Donatello e due di Giovanni di Turino. Una slanciata lanterna, con sei pilastrini scanalati, funge da (Per continuare la lettura corri in edicola e chiedi di Medioevo o abbonati!)
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