Recensione originariamente pubblicata su Medioevo n. 309 – Ottobre 2022
Recensione del libro
Maria Giuseppina Muzzarelli
Andare per le vie italiane della seta
Il Mulino, bologna,
168 pp., ill.
12,00 euro
ISBN 978-88-15-29577-4
www.mulino.it
Concepito come una «guida turistica» agli itinerari della seta, il volumetto illustra i principali percorsi lungo i quali si dipanò nel corso dei secoli la tecnologia di un tessuto tra i più diffusi in Italia. Percorsi che interessarono sia le città (partendo dal Meridione, dove la seta arrivò da Bisanzio – giunta a sua volta dalla Cina – a Lucca Bologna, Genova, Venezia, Firenze, Milano, Napoli), sia le campagne, dove, a partire dal Cinquecento, la gelsibachicoltura fu di supporto alla produzione cittadina.
Una storia fatta di emigrazioni, scambi, imitazioni, furti di idee, ma anche di appoggio reciproco. Dobbiamo ai Bizantini l’avvio della coltivazione del gelso in Calabria (verso l’anno 1000), e agli Arabi la tessitura serica in Sicilia (dal XII secolo), alla quale diedero notevole impulso i Normanni. I mosaici di S. Vitale a Ravenna, raffiguranti i dignitari della corte di Giustiniano vestiti di preziosi e colorati tessuti serici (VI secolo), il mantello di Ruggero II (prima metà del XII secolo), in sciamito cremisi ricamato con fili d’oro, smalti e perle, realizzato a Palermo da maestranze straniere, costituiscono solo alcune tra le principali testimonianze che nel corso dei secoli hanno costellato la produzione serica della Penisola.
L’arte della seta approdò poi a Lucca (XI-XII secolo), portata forse da famiglie ebraiche provenienti dal Sud, e da tessitori e filatori di Amalfi e Gaeta, e da lì si irradiò negli altri centri italiani. Broccati, velluti e veli ornarono corti e residenze dell’intera Europa, facendo della produzione serica italiana un’eccellenza e consentendo l’accumulo di immense fortune.
Il volume ripercorre la storia dell’attività e dei suoi principali manufatti anche nei centri minori, spingendosi a volte fino al XX secolo, e costituisce senz’altro una base indispensabile sia per gli specialisti, sia per chi si accosta per la prima volta all’argomento.
di Maria Paola Zanoboni
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