Recensione originariamente pubblicata su Medioevo n. 298 – Novembre 2021
Recensione del libro
Franco Cardini
L’avventura di un povero cavaliere del Cristo. Frate Francesco, Dante, madonna Povertà
Editori Laterza,
Roma-Bari
406 PP.,
24,00 euro
ISBN 9788858145111
www.laterza.It
Un giovane di Assisi di nome Francesco, nato probabilmente nel 1181 o nel 1182, che il padre aveva voluto chiamare così in omaggio alla terra di Francia, quella della cultura cortese, della lingua d’oc e d’oïl, delle chanson de geste e del fin amour. Pietro Bernardone era solito farsi accompagnare dal figlio alle fiere più importanti che si svolgevano Oltralpe. Era un mercante, probabilmente un usuraio, aveva a che fare col denaro e ne spendeva molto, affinché Francesco, che non era nobile e, sembra, neppure bello, entrasse a far parte di quella élite cittadina fatta di nobili e cavalieri.
Da qui Franco Cardini inizia il suo viaggio alla ricerca di Francesco d’Assisi, una ricerca che, come egli stesso testimonia, dura da decenni, gli è costata fatica, ha assorbito molte energie. L’avventura di un povero cavaliere del Cristo è il risultato di anni di lavoro che lo storico ha portato avanti consultando documenti, rappresentando la Assisi tra XII e XIII secolo, avanzando ipotesi e suggestioni, compreso il capitolo dedicato alle analogie con Dante Alighieri, analizzando le tante biografie, coeve e non, dedicate a Francesco. Il santo di Assisi è profondamente legato alla cultura cavalleresca e lo resterà per tutta la vita, sebbene in forme e modi diversi da quelli tradizionali.
È questa la tesi che attraversa le pagine del volume: «Schiudendo alla spiritualità cristiana la cultura laica e cavalleresca dei trovatori e la cultura popolare del folklore paesano con i suoi animali, il suo universo naturale, il meraviglioso francescano – scrive l’autore – ha infranto le chiusure che la cultura clericale aveva imposto alla cultura tradizionale». La sua aventure di cavaliere si snoda tra la partecipazione alla guerra contro Perugia, con la conseguente prigionia, che patirà per alcuni mesi, e la conversio, che lo indirizzerà a una dimensione nuova, attraverso una vera e propria prova iniziatica, un addobbamento sui generis, quello dell’incontro con il lebbroso a cui cede il suo mantello. Tornato ad Assisi, Francesco non è più il rex juventutis delle allegre brigate, degli stravizi che i suoi coetanei nobili sì, ma spesso squattrinati, condividevano con lui, che di soldi ne aveva. Il suo matrimonio mistico con madonna Povertà, secondo il costume feudal-cavallersco – come sottolinea Cardini -, è divenuto il vero scopo della sua vita: ora può raccogliere i suoi compagni in una fraternitas cavalleresca che si trasformerà in Ordine religioso, un esito che forse Francesco non desiderava.
Ma allora chi era davvero Francesco di Pietro Bernardone da Assisi? Forse il personaggio disegnato dall’agiografia di Tommaso da Celano, oppure quello di Bonaventura da Bagnoregio, che espunge ogni riferimento a veri o presunti difetti del santo nonché alcuni passaggi della sua vita? Cardini prova a rispondere a tali domande partendo proprio dalla sua formazione giovanile, dalla conoscenza del Perceval di Chretién de Troyes, del Lai de Lanval di Maria di Francia e, probabilmente, del De Amore di Andrea Cappellano. «È insomma – conclude Cardini – la storia dell’avventura di Galaad d’Assisi alla conquista del Vero Graal».
Alessandro Bedini
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