Medioevo Dossier n. 47 – Novembre/Dicembre 2021
Presentazione
Stabilire un contatto tra mondi diversi e distanti, al di là di ogni barriera religiosa, politica e culturale, rientra tra i compiti basilari della diplomazia. È stato cosí in ogni epoca, tutte le volte in cui si è posta la necessità di affrontare la realtà oltre i limiti dei propri confini. La diplomazia entra in scena (ieri come oggi) quando due Stati devono confrontarsi per risolvere questioni che potrebbero scatenare un conflitto. Oppure – se la guerra è da lungo tempo in corso – le ambascerie possono tentare di stabilire una tregua, o magari un accordo di pace che faccia deporre le armi. D’altro canto la diplomazia può anche stabilire alleanze proprio in vista di un’azione di guerra, che riuscirà ancora piú efficace se vedrà schierate piú forze alleate al proprio fianco.
Le storie che qui vi presentiamo rientrano tutte in queste logiche di controllo, di forza e di egemonia. Leggerete come Carlo Magno cercava l’amicizia del califfo Harun al-Rashid per tenere sotto scacco l’impero di Bisanzio. Alla fine della parabola del Medioevo, quando Costantinopoli era finita in mano agli Ottomani (1453), vediamo due ambasciatori veneziani intenti a stabilire accordi con l’emiro della Persia proprio al fine di costituire una grande lega antiturca.
Tutte queste storie, però, hanno in comune un filo conduttore che deve far riflettere: sono in larga (Continua la lettura in edicola o ABBONATI ORA!)
(red.)
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PRESENTAZIONE
CARLO MAGNO E HARUN AL RASHID
Dieci anni di deliziosa diplomazia
BERTA DI TOSCANA E AL MUKTAFI
Quando la «belva» del Tirreno scrive al califfo
LIUTPRANDO A BISANZIO
Un Longobardo sul Bosforo
IN TERRA SANTA E NELL’ORIENTE
Parlarsi al tempo delle crociate
TRA LA CRIMEA E LA PERSIA
I meravigliosi racconti di un viaggiatore veneziano
DALLA RUSSIA CON STUPORE
Alla corte del duca Ivan