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Copertina di Medioevo n. 276, Gennaio 2020
Medioevo

Medioevo n. 276 – Gennaio 2020

Estratto dall’articolo «Uno spettacolo unico al mondo»

La piú antica delle tre monumentali porte in bronzo e oro del Battistero di Firenze, realizzata quasi 700 anni fa da Andrea Pisano – discepolo di Giotto ed egli stesso uno dei maggiori artisti del Trecento – è stata completamente restaurata. Insieme alle altre due porte, è ora visibile nel Museo dell’Opera del Duomo, a pochi passi dalla celeberrima cupola del Brunelleschi

È nota la vicenda che, all’inizio del Quattrocento, ha assegnato la realizzazione della seconda porta bronzea del Battistero di Firenze a Lorenzo Ghiberti, il quale, appena diciannovenne, batté Filippo Brunelleschi e altri per ottenere la commissione. Ma anche la prima porta, realizzata da Andrea Pisano tra il 1330-1336, nacque in un clima di competizione. Firenze, che nel 1289 a Campaldino aveva condotto i guelfi della Toscana alla vittoria, voleva dimostrare anche nell’arte monumentale la sua superiorità sulle altre città-stato della regione. Cosí, oltre all’enorme nuova cattedrale iniziata nel 1296 – appena sette anni dopo Campaldino –, negli anni 1300-1310 si cominciò a decorarne la facciata con statue e rilievi di Arnolfo di Cambio (come «risposta» a quelle realizzate da Giovanni Pisano pochi anni prima per la cattedrale senese). Poi, tra gli anni 1320-1330, si mise mano al Battistero, già ultimato da piú di una generazione, ma sprovvisto di sculture esterne; l’idea della porta bronzea prende forma in questo momento.

Dopo l’oro e l’argento, il bronzo era la materia piú nobile – e costo- sa – in cui si potevano fare porte monumentali. In Sicilia, in Italia meridionale, a Verona e a Venezia esistevano porte bronzee, ma l’unica chiesa in Toscana ad averne era la Primaziale di Pisa, dove è possibile ammirare ancora oggi quella di Bonanno Pisano, della fine del XII secolo. La decisione di realizzare una porta di bronzo per il Battistero fiorentino rappresentava dunque una sorta di sfida all’interno dell’antica rivalità con la Repubblica marinara: Firenze avrebbe prodotto porte piú magnifiche e piú moderne di quelle romaniche pisane.

Ma ci fu anche un’altra «competizione», piú vicina a casa: quella tra le due piú importanti «arti» – ossia corporazioni – fiorentine, l’Arte di Calmala e l’Arte della Lana. Calimala, che nel Duecento aveva portato a termine la costruzione del Battistero, nei decenni successivi al 1296 vide minacciato il suo prestigio a causa del magnifico inizio dato dall’Arte della Lana al nuovo Duomo, dove…(Continua la lettura sul numero di Medioevo o abbonati!!)

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